ArchiMnimal Photography presenta Humans in Architecture, un progetto fotografico di gruppo che ha l’obiettivo di diventare una mostra. Il progetto, una volta finalizzato dal punto di vista fotografico, sarà protagonista di alcune esposizioni targate ArchiMinimal Photography che ci piacerebbe allestire in più città d’Italia nonché un lavoro da proporre alle diverse manifestazioni fotografiche nazionali.
Sono aperte sin da ora le fasi di selezione. Per partecipare al Call for Entries raccomandiamo la lettura di questo testo introduttivo, seguito da tutte le informazioni utili a partecipare.
Prefazione
La relazione esistente tra architettura e corpo umano ha ovviamente una lunga storia. Le domande che sorgono quando si esplora questa relazione vanno ben oltre il semplice trovare le dimensioni e i posizionamenti corretti nello spazio architettonico che servono per “accogliere” una persona e i suoi comportamenti al suo interno. La relazione tra l’architettura e il corpo umano è un qualcosa di più profondo perché il loro rapporto, influenza non solo il comportamento dell’uomo attraverso i movimenti del proprio corpo all’interno dell’architettura, ma anche la sua emotività e il suo spirito.
Così, il corpo umano e l’architettura sono impegnati in una “danza” in cui ognuno si adatta all’altro, sta all’architetto trovare il giusto equilibrio tra i due. Nel tentativo di arrivare a questo punto di equilibrio, la sua ricerca arriva ad esaminare il modo in cui i due si incontrano, si relazionano, si separano e si influenzano a vicenda. L’obiettivo quindi diventa quello di trovare quegli equilibri giusti all’interno del suo progetto, funzionali a dare all’uomo un nuovo “senso del luogo” che suscita curiosità, creatività e comfort. Tuttavia, è fondamentale ricordare che la relazione tra l’architettura e il corpo umano riguarda tanto l’essere “immobili” quanto il “movimento”, sia esso quello fisico, emotivo così come quello dello spirito.
Probabilmente alcuni di voi hanno sentito parlare della cucina di Francoforte. Si tratta di una attrezzatura standard di mobili, ideata negli anni Venti, per permettere, all’interno di spazi particolarmente contenuti, le attività connesse con la conservazione, preparazione e il consumo dei cibi. Per raggiungere questo obiettivo i progettisti hanno studiato e classificato le misure del corpo umano, hanno attentamente misurato i movimenti necessari a eseguire le funzioni richieste, hanno eliminato tutte le disposizioni delle attrezzature che richiedevano all’utilizzatore sprechi di energia o inutili sovrapposizioni dei percorsi. Dietro la cucina di Francoforte c’è una nuova cultura e una nuova tecnica. La nuova cultura è quella della produzione industriale, la nuova tecnica è l’ergonomia. Ergonomia è lo studio degli accorgimenti che consentono il risparmio e la razionalizzazione dell’energia umana.
L’attenzione al rapporto tra l’uomo e l’architettura quindi, è da sempre una priorità dell’architetto.
In Klein ad esempio si affaccia una nuova ipotesi di lavoro: progettare spazi in cui il corpo possa muoversi liberamente, abbandonando la religione della catena di montaggio. Per Rem Koolhaas l’architettura è una prigione del corpo. “Se costruite un muro, abolite una direzione verso cui muovervi. Se i muri sono due – per esempio in un corridoio- di direzioni da percorrere ne resta una sola”.
L’architettura, secondo questo punto di vista, riguarda il problema di spazio e delle condizioni spaziali. Oltre a costruire volumi, l’architettura costruisce spazi, prendendo in considerazione anche il coinvolgimento dello spazio naturale nei casi in cui è possibile.
Si crea dunque un ritmo tra pieni e vuoti simile a quello di uno strumento in un pezzo musicale. Però oltre a considerare lo spazio protagonista dell’architettura, è importante notare come l’uomo sia al centro dello spazio per cui se da una parte non è possibile capire un’architettura senza visitarla, dall’altra tutto è esperienza spaziale.
Scopo e Tema della mostra
Lo scopo di questo progetto fotografico, dal titolo “Humans in Architecture”, è dunque quello di analizzare e rappresentare tutte le possibili interazioni tra un singolo essere umano e lo spazio architettonico, fatto di vuoti, pieni, volumi, geometrie, spazi urbani. La presenza umana deve essere tracciata in maniera tale da risultare quasi ornamentale, quindi attraverso un approccio minimalista che ne esalti la posizione all’interno dell’architettura, ne metta in risalto la funzione e ne enfatizzi il rapporto. Possono essere presi in considerazione tutti i tipi di fotografia di architettura contemplati in ArchiMinimal, ove la composizione potrà includere elementi di architettura moderna, classica e d’interni, oppure riprendere lo spazio urbano nella sua concezione più ampia.
Call for Entries – Come partecipare alla fase di selezione
Chiunque volesse candidarsi dovrà inviare le sue proposte alla mail humansinarchitecture@archiminimal.com entro il prossimo 23 Giugno, attenendosi alle poche semplici regole elencate di seguito:
Affinchè la Direzione artistica possa procedere alla valutazione ed alla selezione delle vostre proposte, si raccomandano le seguenti indicazioni:
- Ogni aspirante dovrà inviare almeno due proposte, una a colori ed una in bianco e nero. Se decidesse di inviarne un numero maggiore, il rapporto fra foto a colori e foto in bianco e nero dovrà sempre essere di uno a uno, per ogni foto a colori ce ne dovrà essere almeno una in bianco e nero. Se un aspirante ha a disposizione solo una foto valida per il progetto, potrà proporla sia nella versione a colori che in quella in bianco e nero.
- Le immagini proposte, dovranno tutte rigorosamente rispettare il rapporto 3:2, quindi formato orizzontale e non essere il frutto di crop. La risoluzione richiesta è quella massima che la macchina fotografica utilizzata restituisce.
- Tutte le foto dovranno essere prive di watermark e diritti di alcun tipo, resta inteso che la proprietà delle stesse ed i relativi diritti resta all’autore delle stesse.
- Tutte le immagini dovranno essere rigorosamente attinenti al tema proposto e recare in sé tutte le caratteristiche della filosofia ArchiMinimal.