Si è concluso con successo il primo ArchiMinimal Photo Challenge, il gioco fotografico a squadre promosso da ArchiMinimal Photography. I partecipanti al challenge si sono cimentati nello sviluppo di un tema stimolante ma allo stesso tempo di non semplice realizzazione:
Tempo Spazio Uomo – La città contemporanea, abitare il tempo nello spazio urbano.
Nove squadre partecipanti si sono confrontate non solo con l’elaborazione del tema assegnato, ma anche con la necessità di realizzare un portfolio che fosse caratterizzato da quella forza narrativa frutto di una ben determinata sequenza di fotografie. Una giuria qualificata ha lavorato scrupolosamente per valutare tutti e nove i lavori presentati secondo criteri di analisi qualitativa molto specifici. Tutto questo e molto di più è stato questo primo ArchiMinimal Photo Challenge!
Il progetto valutato dalla Giuria come il NONO CLASSIFICATO fra quelli pervenuti è quello del TEAM 2.
Il Team 2 è una squadra formata da due palermitani sapientemente guidata e capitanata da Antonio Musotto che ha collaborato con Marcello Karra , il loro lavoro ha guadagnato il nono posto in questo primo Challenge di ArchiMinimal Photography.
Il TEAM 2, che ha scelto di partecipare al Challenge con il nome di “Palerminimals“, ha presentato un lavoro costituito da 15 fotografie accompagnato dal seguente testo introduttivo:
Una città la puoi raccontare in mille modi, attraverso i volti della gente, fotografando le vie dei negozi, esplorandone le periferie. Una città come Palermo sembra avere già dal nome che le imposero i greci, un destino, quella di essere letta a partire dal mare, dai suoi porti: bisogna però considerare che Palermo non può essere considerata una città di mare, ma una città “sul”mare, sul quale si affaccia ma che non riesce a sfruttare appieno come avviene altrove.
Così abbiamo scelto di rappresentarne un altro aspetto, cioè quello culturale che negli ultimi anni è tornato particolarmente in voga, con la riapertura di vari monumenti e simboli cittadini che erano chiusi e caduti nell’oblio ed, in questo 2018, con l’elezione di Palermo a Capitale Italiana della Cultura e sede della biennale d’arte itinerante Manifesta.
Abbiamo deciso di concentrarci su uno dei principali simboli della cultura, quello dei teatri: La città dispone di una quindicina di teatri ancora in funzione, ma nella iconografia ad uso dei turisti-e dei palermitani che se ne appassionano-due sono i “topoi” principali, separati da un tratto di strada di poche centinaia di metri, nelle due piazze più importanti, egualmente simbolici nel loro aspetto ma così diversi nell’uso e nella destinazione. Essi furono progettati e costruiti all’indomani dell’agognata Unità d’Italia, che tante speranze aveva suscitato nel popolo siciliano, molte delle quali però destinate a rimanere deluse.
Il teatro Politeama Garibaldi venne progettato e realizzato da Giuseppe Damiani Almeyda, famoso e poliedrico architetto palermitano, in modo da poter essere destinato a molteplici utilizzi, in base ai bisogni ed ai desideri del pubblico. Il prospetto sulla piazza Ruggiero Settimo è particolarmente iconico per via del doppio ordine di colonne, doriche nella prima elevazione e ioniche in quella soprastante, le decorazioni in stile pompeiano e l’enorme quadriga di bronzo sulla sommità. Il Politeama venne concepito come una arena popolare: negli anni ’30 del secolo scorso il circo stabile che effettuava i suoi spettacoli in quel teatro era solito organizzare sfilate con gli animali esotici che lì lavoravano per le strade del centro.
Il teatro Massimo invece venne progettato e costruito per stupire: ancora oggi è uno dei più grandi e impressionanti teatri adibiti all’opera lirica: appassionati arrivano in città da ogni parte del mondo, e la capienza del Massimo è tale da accontentarli tutti. Fu progettato senza badare a spese da Giovan Battista Filippo Basile, in seguito ad un concorso cittadino, e la sua realizzazione, all’interno del centro storico cittadino, comportò l’abbattimento di due monasteri e di un intero quartiere. Ancora oggi è il più grande teatro lirico d’Italia ed il suo aspetto è dato dalla fusione di diversi stili architettonici legati ad epoche e contesti diversi, uniti dal desiderio di stupire ed impressionare lo spettatore. Fu finito dopo circa 25 anni dal figlio, il famoso Ernesto Basile, il capostipite dello stile Liberty in Sicilia.
Il Massimo era il teatro della nobiltà e della ricca borghesia commerciale di Palermo ai tempi della Belle Epoque, cadde in disuso negli anni sessanta del secolo scorso, quando le amministrazioni comunali erano impegnate nel “sacco di Palermo”, distruggendo con mafiosa ostinazione le ville liberty che adornavano il Viale della Libertà per sostituirle con colate di cemento armato e palazzoni anonimi ma dall’alto valore commerciale.
Fortunatamente, prima che si perdesse del tutto, negli anni ’90 venne restaurato e riaperto, e, oggi più di prima, nella sua piazza si incontrano i palermitani e non, che vengono da ogni parte della città.
Il teatro Biondo fu costruito nella moderna Via Roma, un’avenue liberty ricavata tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 all’interno del centro storico cittadino. Tra le strutture analoghe, edificate nello stesso periodo, il Biondo spicca in virtù dell’innovativa tecnica di realizzazione: convivono spregiudicatezze strutturali nelle parti portanti in ghisa e sopravvivenze stilistiche neo-rinascimentali nelle pesanti parti in muratura. Il prospetto esterno, di marca eclettica ottocentesca, ripropone i caratteri del teatro-basilica pur mantenendo la continuità della cortina edilizia dell’intero isolato sul fronte stradale. La grande sala degli spettacoli fu realizzata “a ferro di cavallo” con doppio ordine di palchi e ampio loggione corredato di poltroncine.
Il Teatro Garibaldi di Palermo si trova nel quartiere della Kalsa, a pochi passi dalla Basilica della Magione. Venne inaugurato nel 1861 dallo stesso Garibaldi, che vi fece un discorso alla folla. Dall’inaugurazione ad oggi ha subito negli anni varie trasformazioni: negli anni sessanta venne utilizzato anche come cinematografo, successivamente venne abbandonato e riaperto soltanto negli anni novanta. Attualmente, dopo un lungo periodo di degrado, sono cominciati lavori di riqualificazione che hanno suscitato numerose polemiche perché hanno in parte snaturato l’originario aspetto dell’edificio.
Ecco il lavoro del TEAM 2! Complimenti!
“Palermo attraverso i suoi teatri”
I nostri complimenti e quelli della giuria agli amici del Team 2 per questa importante affermazione.
ArchiMinimal Photo Challange
Risultati e Classifica Generale
Team 7 – Space Time – 1° Classificato
Team 3 – La metafora della vita – 2° Classificato
Team 12 – Incontri metropolitani – 3° Classificato
Team 10 – A working day in the life of George – 4° Classificato – Jurors’ Pick
Team 9 – Il viaggio: Spazio nel tempo – 5° Classificato
Team 4 – Come è bella la città – 6° Classificato
Team 11 – A day in the life of… – 7° Classificato